C.I. 42°32'52" N 13°31'10" E


a project by:
Marco Egizi & Antonio Giannantonio

original music by:
Michele Di Francesco, Antonio Giannantonio, Raffaele Mastrovincenzo, Diego Mazzoni, Flavio Tribuiani

Esaurire due volte lo spazio ed i segni. Percepire il mondo senza guardare nell'istante in cui si estetizza un immagine ed il suo linguaggio.
Il bello non è il buono, il giusto; è stato mutuato dalla nostra società in merce, quindi non può più
rappresentare, interpretare, ma solo "essere".
Rendere la contemporaneità attraverso la "techne" con la sequenza di un paesaggio spolpata di tutte le sue capacità espressivo-comunicative. Rendere una "figura", intesa come “im-segno” nel suo progredire e dipanarsi rimanendo immobile, fino a diventare esaustiva.
Il nostro sguardo, falsato da culturalismi strutturanti, ci impedisce di guardare al mondo e all'immagine.
Scavare un solco dopo l'altro fino a che inizi a trasudare quello che si cela dietro di essa: sia si tratti di
qualcosa o semplicemente di nulla, così come può fare sulla tela Rembrandt, Cezanne o Van Velde, o sulla superficie sonora Debussy o Schubert; far si che emerga il vuoto o il visibile nello stesso.
Rappresentare la distanza, l'aria atmosferica tra "l'occhio" e il mondo. Non è possibile eliminare in un colpo solo la visione e perlomeno non dovremo lasciarla cadere in discrepito.
L'immagine è un soffio, un fiato in via d'estinzione, è quel che si spegne, una caduta, il consumarsi, è solo intensità determinata dalla sua altezza e si descrive solo cadendo. Non c'è rappresentazione come non c'è più spazio, al di là dell'immaginazione non c'è che il vuoto, come la traccia sonora del grido di un uccello che va a scomparire o il clamore di un auto che si perde nella rassicurante visione della natura.
In questo l'immagine acquista un'energia potenziale strepitosa, annuncia che la fine è vicina pur non
tendendoci.

Videoscultura realizzata sulla piana di Campo Imperatore, Abruzzo.
durata 8,15 min DVD Pal